Alla fine lo sapevo che non avrei resistito. Ed eccola qua, la piccola Kaya Ran (Sarcochilus Japonicus è lungo e complicato da dire) con il fiore che si è seccato per lasciare spazio a un minuscolo baccello che si va formando. Sarà lungo nemmeno mezzo centimetro.
L'impollinazione è stata piuttosto semplice, anche se in realtà, date le dimensioni ridotte è andata un po' alla cieca. Il viscidum, così dovrebbe chiamarsi la parte adesiva delle sacche polliniche, ha aderito subito allo stuzzicadenti che ho usato come ausilio. Ho lasciato poi il polline qualche minuto all'aria perchè si attivasse (alcune orchidee hanno questa strategia per ridurre le autoimpollinazioni), e poi l'ho ripassato sul pistillo dove, visti i risultati, si è depositato correttamente.
Il fiore era probabilmente un'anomalia data dal clima innaturalmente caldo di settembre e delle prime due settimane di ottobre, e bisognerà quindi vedere se le temperature rigide non faranno abortire la capsula.
giovedì 27 ottobre 2011
Aggiornamento sulla sterilizzazione gassosa
Un rapido aggiornamento sulla tecnica di semina con sterilizzazione gassosa.
A dieci giorni dalle semine ecco qua una bella fioritura di muffe. Bisogna ammettere che hanno sempre il loro fascino...
Di una decina di vasetti seminati fin'ora tre hanno sviluppato muffe e contaminazioni varie. Non moltissime in realtà, ma più di quante non si verificano con la cappa sterile, per la quale ho ormai un protocollo assai ben collaudato. Direi che può andar bene con semi dozzinali, ma per semina con materiale più raro è forse meglio andare sul sicuro con la vecchia tecnica.
Per le altre fiasche non contaminate poco movimento. Solo una di bletilla di quella che avevo sul balcone sta dando qualche segnale di vita. Le altre, la phalaenopsis 4 e il cymbidium goeringii tacciono, ma le ragioni potrebbero essere molteplici: semi non, o non più, fertili, o dormienti, substrati non adatti, ecc.
Non resta che attendere.
A dieci giorni dalle semine ecco qua una bella fioritura di muffe. Bisogna ammettere che hanno sempre il loro fascino...
Di una decina di vasetti seminati fin'ora tre hanno sviluppato muffe e contaminazioni varie. Non moltissime in realtà, ma più di quante non si verificano con la cappa sterile, per la quale ho ormai un protocollo assai ben collaudato. Direi che può andar bene con semi dozzinali, ma per semina con materiale più raro è forse meglio andare sul sicuro con la vecchia tecnica.
Per le altre fiasche non contaminate poco movimento. Solo una di bletilla di quella che avevo sul balcone sta dando qualche segnale di vita. Le altre, la phalaenopsis 4 e il cymbidium goeringii tacciono, ma le ragioni potrebbero essere molteplici: semi non, o non più, fertili, o dormienti, substrati non adatti, ecc.
Non resta che attendere.
lunedì 17 ottobre 2011
Sterilizzazione Gassosa
Ne avevo letto un po' di tempo fa. E giacché mi trovavo un po' di semi avanzati ho deciso di provare.
E' un tipo di sterilizzazione dei semi di orchidea che non prevede la cappa sterile. La sterilizzazione viene effettuata per mezzo dei vapori di candeggina direttamente all'interno del vasetto con il substrato.
Il metodo è spiegato in dettaglio qui.
In realtà, se si hanno parecchi vasetti da seminare non è che si risparmi poi così tanto tempo come può sembrare. E' ottimo se si vogliono fare 2 o 3 vasetti rispetto a tutto l'ambaradan della cappa, altrimenti più o meno come tempi si equivalgono. Il vantaggio è il non dover star chini sullo scatolone di plastica e tutto il casino che si combina con la candeggina.
Usando questo sistema ho piantato i semi rimanenti della mia Bletilla, e della Phalaenopsis 4 su un substrato casalingo a base di fertilizzante da geranei, zucchero e fruttosio in parti uguali, carbone da acquario polverizzato, agar e latte di cocco. A proposito di ques'ultimo, in un negozio di prodotti organici ho trovato un cartoncino di acqua di cocco che, stando all'etichetta, è purissima e presa da cocchi verdi.
Le dosi sono state le seguenti:
1 litro d'acqua
4,5 grammi di fertilizzante (un npk 7-4-7)
10 grammi di zucchero
10 grammi di fruttosio
8 grammi di agar
100 ml di acqua di cocco
Con lo stesso sistema ho poi piantato un po' degli abbondantissimi semi di Cymbidium Goeringii su un paio di vasetti di Phytamax. Me ne avanza ancora una provetta piena, e se qualcuo vuole cimentarsi sono ben contento di cederli o di fare uno scambio. Altrimenti li libero in campagna in zone qui dove ci sono parecchie orchidee selvatiche. Chissà che qualche micorriza non vada bene anche per il Cymbidium Goeringii
Comunque, adesso bisognerà vedere se
a) la sterilizzazione funziona e non mi ritrovo invece con una super collezione di muffe
b) se la sterilizzazione non funziona troppo e mi ritrovo con germi e muffe ma anche semi stecchiti.
c) se il substrato è valido per i tipi di semi che ho piantato.
Come sempre non mancherò di postare aggiornamenti.
E' un tipo di sterilizzazione dei semi di orchidea che non prevede la cappa sterile. La sterilizzazione viene effettuata per mezzo dei vapori di candeggina direttamente all'interno del vasetto con il substrato.
Il metodo è spiegato in dettaglio qui.
In realtà, se si hanno parecchi vasetti da seminare non è che si risparmi poi così tanto tempo come può sembrare. E' ottimo se si vogliono fare 2 o 3 vasetti rispetto a tutto l'ambaradan della cappa, altrimenti più o meno come tempi si equivalgono. Il vantaggio è il non dover star chini sullo scatolone di plastica e tutto il casino che si combina con la candeggina.
Usando questo sistema ho piantato i semi rimanenti della mia Bletilla, e della Phalaenopsis 4 su un substrato casalingo a base di fertilizzante da geranei, zucchero e fruttosio in parti uguali, carbone da acquario polverizzato, agar e latte di cocco. A proposito di ques'ultimo, in un negozio di prodotti organici ho trovato un cartoncino di acqua di cocco che, stando all'etichetta, è purissima e presa da cocchi verdi.
Le dosi sono state le seguenti:
1 litro d'acqua
4,5 grammi di fertilizzante (un npk 7-4-7)
10 grammi di zucchero
10 grammi di fruttosio
8 grammi di agar
100 ml di acqua di cocco
Con lo stesso sistema ho poi piantato un po' degli abbondantissimi semi di Cymbidium Goeringii su un paio di vasetti di Phytamax. Me ne avanza ancora una provetta piena, e se qualcuo vuole cimentarsi sono ben contento di cederli o di fare uno scambio. Altrimenti li libero in campagna in zone qui dove ci sono parecchie orchidee selvatiche. Chissà che qualche micorriza non vada bene anche per il Cymbidium Goeringii
Comunque, adesso bisognerà vedere se
a) la sterilizzazione funziona e non mi ritrovo invece con una super collezione di muffe
b) se la sterilizzazione non funziona troppo e mi ritrovo con germi e muffe ma anche semi stecchiti.
c) se il substrato è valido per i tipi di semi che ho piantato.
Come sempre non mancherò di postare aggiornamenti.
mercoledì 12 ottobre 2011
Clima Impazzito
Il caldo di questi giorni sta facendo impazzire le piante. Non lontano da qui hanno segnalato un ciliegio in fiore, nel viale che mi riporta a casa lo stesso è capitato a un ippocastano e la vite che mi cresce sul balcone sta mettendo nuovi germogli.
Le orchidee non potevano esimersi, dato che il caldo secco mi impone di mantenere l'umidificazione alta in quanto le stagionali come la bletilla, la sedirea o la neofinetia non mi vanno in stasi invernale. E così, una delle nuove arrivate, un Sarcochilus Japonicus, conosciuta nella sua lingua come Kaya Ran (カヤ欄), ieri è fiorita.
Si tratta di una piccola epifita, praticamente una Vanda in miniatura che però cresce a testa in giù, con le radici che invece vanno verso l'alto e i fiori che pendono.
E' vero che emette gli steli floreali nella stagione autunnale, per poi portare la fioritura a compimento in primavera, ma questa condizione atmosferica le ha fatto completare il ciclo senza pause.
Adesso il dilemma è se impollinare o meno. Si tratterebbe di un'autoimpollinazione, perché di fiore ce ne è uno solo, sebbene se continua con questo caldo potrebbero arrivarne degli altri. E poi, quando il freddo arriverà (se arriverà) il frutto fuori stagione verrebbe mantenuto o cadrebbe? Sempre ammesso che riesca a impollinare, il fiore infatti è parecchio minuto, non più di mezzo centimetro, e maneggiare le sacche polliniche sarà una vera impresa.
Le orchidee non potevano esimersi, dato che il caldo secco mi impone di mantenere l'umidificazione alta in quanto le stagionali come la bletilla, la sedirea o la neofinetia non mi vanno in stasi invernale. E così, una delle nuove arrivate, un Sarcochilus Japonicus, conosciuta nella sua lingua come Kaya Ran (カヤ欄), ieri è fiorita.
Si tratta di una piccola epifita, praticamente una Vanda in miniatura che però cresce a testa in giù, con le radici che invece vanno verso l'alto e i fiori che pendono.
E' vero che emette gli steli floreali nella stagione autunnale, per poi portare la fioritura a compimento in primavera, ma questa condizione atmosferica le ha fatto completare il ciclo senza pause.
Adesso il dilemma è se impollinare o meno. Si tratterebbe di un'autoimpollinazione, perché di fiore ce ne è uno solo, sebbene se continua con questo caldo potrebbero arrivarne degli altri. E poi, quando il freddo arriverà (se arriverà) il frutto fuori stagione verrebbe mantenuto o cadrebbe? Sempre ammesso che riesca a impollinare, il fiore infatti è parecchio minuto, non più di mezzo centimetro, e maneggiare le sacche polliniche sarà una vera impresa.
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