Che dire, l'immagine parla da se'.
Le tre phalaenopsis sopra sono state seminate tutte più o meno nelle stesso periodo, in un arco temporale di non più di 3 mesi.
I substrati di coltivazione sono stati più o meno gli stessi (per lo più phytamax e Murashige e Skoog), con minime variazioni su concentrazione e consistenza così come pure ripicchiettaggi e medium post-sfiascamento.
La formidabile variabilità genetica degli incroci (di cui ahimè non ho tenuto traccia), anche in rapporto alle condizioni di coltivazione cui ciascun ibrido meglio si adatta, deve aver fatto il resto. La phalaenopsis a destra è quella più vigorosa tra tutte quelle della prima serie di esperimenti, non ha fatto altro che emettere foglie nuove, sempre più grandi, a getto continuo e radici senza alcuna soluzione di continuità tra stagioni, e senza perderne praticamente nessuna delle vecchie.
Le altre due rappresentano una buona media di quelli che sono gli stati di crescita delle varie piantine sfiascate.
Le tre phalaenopsis sopra sono state seminate tutte più o meno nelle stesso periodo, in un arco temporale di non più di 3 mesi.
I substrati di coltivazione sono stati più o meno gli stessi (per lo più phytamax e Murashige e Skoog), con minime variazioni su concentrazione e consistenza così come pure ripicchiettaggi e medium post-sfiascamento.
La formidabile variabilità genetica degli incroci (di cui ahimè non ho tenuto traccia), anche in rapporto alle condizioni di coltivazione cui ciascun ibrido meglio si adatta, deve aver fatto il resto. La phalaenopsis a destra è quella più vigorosa tra tutte quelle della prima serie di esperimenti, non ha fatto altro che emettere foglie nuove, sempre più grandi, a getto continuo e radici senza alcuna soluzione di continuità tra stagioni, e senza perderne praticamente nessuna delle vecchie.
Le altre due rappresentano una buona media di quelli che sono gli stati di crescita delle varie piantine sfiascate.