Ovviamente, nella coltivazione in vitro delle orchidee, il substrato nutritivo è fondamentale.
Inizialmente avevo sperimentato preparati fatti in casa. Su internet si trovano alcune ricette interessanti. Queste sono due di quelle che ho sperimentato:
http://www.i-h-g.it/archivio/o/orchidee_riproduzione.htm
http://www.orchidando.net/pages/seminare.htm
A parte il nitrato di calcio della seconda ricetta che non ho nemmeno cercato (è piuttosto tossico e pericoloso a quanto pare), il resto è tutto facilmente reperibile. L'agar l'ho trovato in abbondanza e in vari formati in un negozio di prodotti bio, è particolarmente apprezzato dai vegetariani per la preparazione di creme e budini in quanto completamente vegetale rispetto alla colla di pesce che invece si ricava da cartilagini suine. L'agar è invece prodotto da un'alga oceanica e ha inoltre il vantaggio di resistere alle alte temperature richieste per la sterilizzazione delle fiasche colturali. L'acqua utilizzata è stata quella demineralizzata che si trova al supermercato. Per la misurazione del ph ho acquistato in farmacia per pochi euro le apposite cartine tornasole.
Ad ogni modo il risultato finale è stato quello della foto, scattata a uno dei numerosi vasetti che sono usciti da una soluzione di un litro.
I risultati sono stati tuttavia deludenti, in buona parte a causa della mia inesperienza suppongo. Nel primo caso l'errore è stato piuttosto grossolano. Ho infatti utilizzato un concime liquido per orchidee di quelli predosati a rilascio graduale. Non considerando tuttavia che un concime di questo tipo è già molto diluito e quindi, con le dosi consigliate da entrambe le ricette la concentrazione di fertilizzante sarebbe stata troppo blanda. Il primo tentativo fatto con una capsula verde di phalaenopsis 1 infatti non ha portato ad alcun risultato apprezzabile.
Nel secondo caso ho utilizzato invece un comune fertilizzante per geranei, stando attento che contenesse poco o nullo azoto ureico, così come consigliano un po' tutti i sacri testi. La diluizione è stata effettuata per un litro d'acqua, riducendo leggermente, e a occhio, la dose. Ho anche aggiunto un paio di cucchiaiate di omogeneizzato di banana. Anche in questo caso tuttavia i risultati, per quanto non nulli, sono stati deludenti. Suppongo che anche in questo caso la fertilizzazione non sia stata appropriata. I semi infatti hanno incominciato a ingrossare, e con una certa rapidità, avviandosi allegramente allo stadio di protocormo con una dimensione di 1 mm circa. Il problema però è che non è mai partita la fotosintesi clorofilliana, e le giovani pseudo-piantine si sono mantenute sempre di un colore neutro e pallidino fin quando non hanno incominciato a scurire e infine sono avvizzite. Immagino quindi che il problema sia stato dovuto a una generale povertà nutritiva del substrato o alla carenza di un qualche particolare elemento.
Sicuramente riproverò in futuro con il substrato nutritivo fatto in casa, me intanto sono passato a prodotti professionali che hanno garantito risultati decisamente più apprezzabili.
I prodotti che ho utilizzato sono il Phytamax e il Murashige & Scoog, entrambi ampliamente diffusi e utilizzati per la coltivazione in vitro.
Entrambi si possono tovare qui:
http://www.microcarnirare.com/website/index.php?option=com_virtuemart&page=shop.browse&category_id=7&Itemid=71
Il rivenditore è super efficiente e affidabile. La spedizione avviene in pochissimi giorni.
Apparentemente i due substrati sono molto simili. Il Phytamax è sembrato essere più veloce all'inizio mentre il Murashige & Scoog parrebbe aver dato maggior crescita da un certo grado di sviluppo in poi, anche se in realtà la velocità di germinazione potrebbe esser stata dovuta ad altre variabili: genetica dei semi, condizioni climatiche, esposizione, ecc.
Inizialmente avevo sperimentato preparati fatti in casa. Su internet si trovano alcune ricette interessanti. Queste sono due di quelle che ho sperimentato:
http://www.i-h-g.it/archivio/o/orchidee_riproduzione.htm
http://www.orchidando.net/pages/seminare.htm
A parte il nitrato di calcio della seconda ricetta che non ho nemmeno cercato (è piuttosto tossico e pericoloso a quanto pare), il resto è tutto facilmente reperibile. L'agar l'ho trovato in abbondanza e in vari formati in un negozio di prodotti bio, è particolarmente apprezzato dai vegetariani per la preparazione di creme e budini in quanto completamente vegetale rispetto alla colla di pesce che invece si ricava da cartilagini suine. L'agar è invece prodotto da un'alga oceanica e ha inoltre il vantaggio di resistere alle alte temperature richieste per la sterilizzazione delle fiasche colturali. L'acqua utilizzata è stata quella demineralizzata che si trova al supermercato. Per la misurazione del ph ho acquistato in farmacia per pochi euro le apposite cartine tornasole.
Ad ogni modo il risultato finale è stato quello della foto, scattata a uno dei numerosi vasetti che sono usciti da una soluzione di un litro.
I risultati sono stati tuttavia deludenti, in buona parte a causa della mia inesperienza suppongo. Nel primo caso l'errore è stato piuttosto grossolano. Ho infatti utilizzato un concime liquido per orchidee di quelli predosati a rilascio graduale. Non considerando tuttavia che un concime di questo tipo è già molto diluito e quindi, con le dosi consigliate da entrambe le ricette la concentrazione di fertilizzante sarebbe stata troppo blanda. Il primo tentativo fatto con una capsula verde di phalaenopsis 1 infatti non ha portato ad alcun risultato apprezzabile.
Nel secondo caso ho utilizzato invece un comune fertilizzante per geranei, stando attento che contenesse poco o nullo azoto ureico, così come consigliano un po' tutti i sacri testi. La diluizione è stata effettuata per un litro d'acqua, riducendo leggermente, e a occhio, la dose. Ho anche aggiunto un paio di cucchiaiate di omogeneizzato di banana. Anche in questo caso tuttavia i risultati, per quanto non nulli, sono stati deludenti. Suppongo che anche in questo caso la fertilizzazione non sia stata appropriata. I semi infatti hanno incominciato a ingrossare, e con una certa rapidità, avviandosi allegramente allo stadio di protocormo con una dimensione di 1 mm circa. Il problema però è che non è mai partita la fotosintesi clorofilliana, e le giovani pseudo-piantine si sono mantenute sempre di un colore neutro e pallidino fin quando non hanno incominciato a scurire e infine sono avvizzite. Immagino quindi che il problema sia stato dovuto a una generale povertà nutritiva del substrato o alla carenza di un qualche particolare elemento.
Sicuramente riproverò in futuro con il substrato nutritivo fatto in casa, me intanto sono passato a prodotti professionali che hanno garantito risultati decisamente più apprezzabili.
I prodotti che ho utilizzato sono il Phytamax e il Murashige & Scoog, entrambi ampliamente diffusi e utilizzati per la coltivazione in vitro.
Entrambi si possono tovare qui:
http://www.microcarnirare.com/website/index.php?option=com_virtuemart&page=shop.browse&category_id=7&Itemid=71
Il rivenditore è super efficiente e affidabile. La spedizione avviene in pochissimi giorni.
Apparentemente i due substrati sono molto simili. Il Phytamax è sembrato essere più veloce all'inizio mentre il Murashige & Scoog parrebbe aver dato maggior crescita da un certo grado di sviluppo in poi, anche se in realtà la velocità di germinazione potrebbe esser stata dovuta ad altre variabili: genetica dei semi, condizioni climatiche, esposizione, ecc.
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