Devo ammetterlo, a me stesso prima che ad altri. La cosa mi è un po' sfuggita di mano. Con gli ultimi trapianti, le ultime semine, gli esperimenti coi substrati di trapianto fatti in casa, a varie concentrazioni, ecc, il quantitativo di fiasche mi è un po' esploso. Negli scatoloni in plexiglass non ci stavano più e poi, complice la bella stagione che, lentamente, avanza, le giornate più lunghe e le temperature miti, le ho sparpagliate per la casa. Queste della foto sono quelle che ho ammassato davanti alla finestra della stanza con esposizione nord-ovest. A tardo pomeriggio devo tirare la tenda per evitare l'esposizione diretta. Altre sono sui mobili di altre stanze con esposizioni diverse. Alcune spero di dimenticarmele in quanto l'attesa della germinazione delle semine fatte ormai nel lontano novembre, si fa snervante. Qualcosa in realtà sembra muoversi in una fiasca di phalaenopsis cornu cervi, ma per scaramanzia aspetto a parlarne.
Incomincio a pensare che sarebbe il caso di liberarsene o quantomeno di fare qualche scmabio con altri "fiaschisti". Il problema è che non è propriamente un hobby diffuso. Tra i miei amici non c'è nessuno che coltiva orchidee in-vitro.
AAA. Cercasi fiasche di orchidee germinate, qualsiasi varietà, da scambiare con fiasche di phalaenopsis con varie fasi di crescita e a varia densità di impianto.
mercoledì 31 marzo 2010
domenica 28 marzo 2010
Neo-Neofinetia Falcata
Ecco un altro degli arrivi diretti dal Giappone. Un'altra Neofinetia Falcata. E' piccolina, solo due apici, pochi centimetri in tutto, montata su muschio in un proporzionalmente piccolo vaso di coccio. Tutte le lunghe radici al vento.
A prima vista sembrava aver sofferto parecchio per il lungo viaggio, chiusa in un contenitore di cartone di caffé Doutor (nota catena giapponese tipo Starbucks) e stipata nel bagaglio a mano della stiva che, come ho avuto modo di misurare con l'igrometro in un viaggio, ha tassi di umidità relativa attorno al 10%. Roba da deserto arabo.
L'avevo messa per un po' nell'"incubatrice" con le phalaenopsis appena sfiascate.
In realtà penso che il colore un po' sbiadito tipo latte-menta sia proprio una caratteristica di questa varietà. La neofinetia pare infatti abbia una grande variabilità genetica. A riprova del fatto che tuttosommato è in forma c'è un accenno di foglia nuova che fa capolino da qualche giorno da uno dei due apici e una radice che ha preso a crescere. Altra particolarità è proprio la punta nuova delle radici che è di un bel color rosso rubino.
Adesso sta nell'intercapedine delle doppie finestre assieme alle altre compagne nipponiche.
A prima vista sembrava aver sofferto parecchio per il lungo viaggio, chiusa in un contenitore di cartone di caffé Doutor (nota catena giapponese tipo Starbucks) e stipata nel bagaglio a mano della stiva che, come ho avuto modo di misurare con l'igrometro in un viaggio, ha tassi di umidità relativa attorno al 10%. Roba da deserto arabo.
L'avevo messa per un po' nell'"incubatrice" con le phalaenopsis appena sfiascate.
In realtà penso che il colore un po' sbiadito tipo latte-menta sia proprio una caratteristica di questa varietà. La neofinetia pare infatti abbia una grande variabilità genetica. A riprova del fatto che tuttosommato è in forma c'è un accenno di foglia nuova che fa capolino da qualche giorno da uno dei due apici e una radice che ha preso a crescere. Altra particolarità è proprio la punta nuova delle radici che è di un bel color rosso rubino.
Adesso sta nell'intercapedine delle doppie finestre assieme alle altre compagne nipponiche.
lunedì 22 marzo 2010
春欄 L'orchidea di primavera
Il tempismo è decisamente il suo forte. In giapponese il suo nome è 春欄 (shunran), che significa letteralmente "orchidea di primavera". L'altro ieri era il 21 marzo, primo giorno di primavera, e lei, brava brava, è fiorita. Cavoli, manco avesse il calendario in testa. Il nome scientifico, ad essere precisi, è Cymbidium Goeringii, altra storica orchidea dalla lunga tradizione e molto apprezzata in Giappone, Cina e Corea.
Ero indeciso se "presentarla al pubblico", in quanto anche con lei in realtà ho barato. Nel senso che anche questa pianta mi è arrivata fatta e finita e anzi con già il bocciolo. Fa parte di una partita di orchidee che mi sono state regalate e provengono direttamente dal Giappone. A farle compagnia c'erano una piccola Neofinetia Falcata un po' ingiallita, e tre Dendrochilum Wenzelii. Neofinetia e Dendrochilum sono apparse le più provate dal lungo viaggio, e nonostante l'accurato imballaggio sono arrivate un po' danneggiate. Il Cymbidium in particolare ha perso due dei tre boccioli che aveva e ha alcune delle lunghe foglie piegate e un po' ingiallite. Un bocciolo fortunatamente è sopravvissuto e finalmente ieri si è aperto. E' un fiore discreto, basso sul livello del terreno, e di colore verde pallido un po' come le foglie, ma ha un suo fascino particolare, come d'altronde tutte la orchidee.
Penso che lo lascerò in pace per un po' e poi potrei provare a fare un'autoimpollinazione e dar così vita a un nuovo ciclo di vasi e vasetti. O magari utilizzarne il polline per fare qualche incrocio con cymbidium commerciali.
Ah, dimenticavo, è profumata. Ha uno strano odore di pancetta affumicata durante il giorno che verso sera vira al vaniglia.
Ero indeciso se "presentarla al pubblico", in quanto anche con lei in realtà ho barato. Nel senso che anche questa pianta mi è arrivata fatta e finita e anzi con già il bocciolo. Fa parte di una partita di orchidee che mi sono state regalate e provengono direttamente dal Giappone. A farle compagnia c'erano una piccola Neofinetia Falcata un po' ingiallita, e tre Dendrochilum Wenzelii. Neofinetia e Dendrochilum sono apparse le più provate dal lungo viaggio, e nonostante l'accurato imballaggio sono arrivate un po' danneggiate. Il Cymbidium in particolare ha perso due dei tre boccioli che aveva e ha alcune delle lunghe foglie piegate e un po' ingiallite. Un bocciolo fortunatamente è sopravvissuto e finalmente ieri si è aperto. E' un fiore discreto, basso sul livello del terreno, e di colore verde pallido un po' come le foglie, ma ha un suo fascino particolare, come d'altronde tutte la orchidee.
Penso che lo lascerò in pace per un po' e poi potrei provare a fare un'autoimpollinazione e dar così vita a un nuovo ciclo di vasi e vasetti. O magari utilizzarne il polline per fare qualche incrocio con cymbidium commerciali.
Ah, dimenticavo, è profumata. Ha uno strano odore di pancetta affumicata durante il giorno che verso sera vira al vaniglia.
mercoledì 17 marzo 2010
Niente Phalaenopsis 2
All'inizio non ci avevo nemmeno fatto troppo caso. Qualche muffa, qualche fiasca che si perde, sono cose normali. Poi, nei trapianti e riorganizzazioni delle coltivazioni delle scorse settimane, a un certo punto mi sono reso conto che era un po' che non mi capitavano sotto gli occhi etichette di phalaenopsis 2. Ho fatto un controllo accurato ed effettivamente sono scomparse tutte.
Non ci avevo fatto caso, ma probabilmente, tutti i fallimenti di protocormi, anche in fase avanzata, verificatisi nei mesi scorsi, sono capitati in fiasche di phalaenopsis 2. E le fiasche non erano nemmeno poche in quanto la capsula era quella di maggiori dimensioni. A questo punto direi che la cosa non è stata casuale, ma deve aver avuto a che fare con problemi di genetica della pianta o con contaminazioni dei semi, forse virali, ma sicuramente ne' batteriche ne' fungine in quanto non vi sono state alterazioni del substrato.
Lo chiamano "browning out" su siti in lingua inglese, imbrunimento dei protocormi, e pare che ancora non siano molto chiare le cause scatenanti. Pare che l'aggiunta di banana al medium prevenga questo problema, anche se un suo eccesso, di contro, può inibire la fioritura. Effettivamente nei medium dell'orchid seed bank project di banana ce n'è, anche se finora, ahimé, non ho ancora avuto risultati da essi.
Insomma, in conclusione, niente più phalaenopsis 2. In realtà del polline di questa pianta deve essere stato usato per fecondare qualche fiore di phalaenopsis 1 e 3, anche se purtroppo, non avendo tenuto nota degli inccroci effettuati, non posso risalire a quale, almeno fino ad eventuali fioriture.
Non ci avevo fatto caso, ma probabilmente, tutti i fallimenti di protocormi, anche in fase avanzata, verificatisi nei mesi scorsi, sono capitati in fiasche di phalaenopsis 2. E le fiasche non erano nemmeno poche in quanto la capsula era quella di maggiori dimensioni. A questo punto direi che la cosa non è stata casuale, ma deve aver avuto a che fare con problemi di genetica della pianta o con contaminazioni dei semi, forse virali, ma sicuramente ne' batteriche ne' fungine in quanto non vi sono state alterazioni del substrato.
Lo chiamano "browning out" su siti in lingua inglese, imbrunimento dei protocormi, e pare che ancora non siano molto chiare le cause scatenanti. Pare che l'aggiunta di banana al medium prevenga questo problema, anche se un suo eccesso, di contro, può inibire la fioritura. Effettivamente nei medium dell'orchid seed bank project di banana ce n'è, anche se finora, ahimé, non ho ancora avuto risultati da essi.
Insomma, in conclusione, niente più phalaenopsis 2. In realtà del polline di questa pianta deve essere stato usato per fecondare qualche fiore di phalaenopsis 1 e 3, anche se purtroppo, non avendo tenuto nota degli inccroci effettuati, non posso risalire a quale, almeno fino ad eventuali fioriture.
giovedì 4 marzo 2010
Ammettere la Sconfitta
Ho ceduto. In fondo è stato un po' ammettere la sconfitta. I semi di bletilla, quella che tutti danno come l'orchidea più facile da seminare, a me non hanno germogliato. Può darsi che sia un problema di semi troppo vecchi, o sterili. Ma io voglio pensare che sia in realtà un problama di cattivo karma. Nelle mie relazioni con la bletilla ci sono solo stati disastri. Semi sparsi ovunque, muffe, fiasche cadute. E naturalmente la mancata germinazione. Ce ne sono ancora di fiasche qua e là nella scatola che mi fa da serra. In Phytamax, in Germination Media, in Murashige&Skoog, in Repleting Media, a piena concentrazione, a concentrazione dimezzata. Niente. In rete c'è gente che la fa germinare in semplice terra, su corteccia, su sfagno. E io niente. Sia chiaro, i vasetti li tengo lì, non li butto, però il sospetto che abbia fallito c'è tutto, sempre più forte.
E così l'altro giorno ho ceduto e mi sono aggiudicato un lotto di bulbi di bletilla sul famoso sito di aste on-line. La bletilla striata a quanto pare è un bene prezioso. Forse non si arriverà al punto di usarne i bulbi come moneta di scambio come si faceva in Olanda nei secoli trascorsi, ma le quotazioni di queste piante raggiungono cifre ragguardevoli in aste serratissime. Alla fine la mia comunissima bletilla violetta l'ho portata via per poco più di 10 euro, ma ci sono varietà di bletilla azzurra, bianca, crema, che schizzano a 40 e passa euro per qualche bulbetto.
Il rivenditore era in Inghilterra, e in una settimana mi è arrivato il pacchetto. E' sempre un'emozione rara aprire un pacchetto.
Dentro c'erano 5 o sei bulbi di varie grandezze già con il loro bel germoglio avvolti in sfagno umido. Li ho piantati in un vaso capiente con terriccio, corteccia, sabbia e un po' di akadamatsuchi che ho preso a un prezzo scandaloso per trapiantare il mio ume portato dal Giappone. Vediamo che succede.
Con lo sfagno che avvolgeva le radici ho provato un nuovo esperimento. L'ho messo in un barattolo e ci ho seminato un po' dei semi che ancora mi avanzavano. Magari lo sfagno è impregnato di micorriza specifica per bletilla. Vedremo, tentar non nuoce. Tanto ormai.
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