Finalmente quest'anno, dopo un esemplare morto e due anni senza successi, sono riuscito a portare una sedirea japonica a fioritura con tre begli steli floreali. La cura da cavallo di aminoacidi, integratori, concimazioni programmate e illuminazione di rinforzo, ha inoltre stimolato la crescita di nuove foglie di maggiori dimensioni e radici.
I fiori assomigliano a quelli di certe phalaenopsis botaniche ma in miniatura, con un buon profumo tra il gelsomino e la zagara, e d'altronde il periodo di fioritura è più o meno il medesimo.
Ovviamente ho subito provveduto a effettuare un po' di esperimenti con polline di seidrea su ibridi commerciali di phalaenopsis e viceversa. Nessuno ha tuttavia avuto successo, e come unica conseguenza vi è stata l'accellerazione dell'appassimento dei fiori. Li si nota nell'immagine sopra. Sono i fiori più arretrati sulla destra che vanno avvizzendo.
Così alla fine mi sono rassegnato ad effettuare la solita noiosissima autoimpollinazione che, almeno questa, ha dato i risultati sperati.
Si vede bene nell'immagine sopra il picciolo che si va ingrossando con una certa rapidità, caratteristica, quella della velocità, tipica delle epifite giapponesi che, pur mantenendo molte delle caratteristiche delle sorelle maggiori della fascia tropicale, hanno però bioritmi adattatisi al normale trascorrere delle stagioni che prevedono anche un normale inverno con relativa stasi e "sanno" che devono darsi da fare in tempi brevi.
Ho comunque provveduto a fare incetta di polline, messo in una piccola fialetta e conservato in congelatore. La neofinetia falcata a breve fiorirà e ci sarà da fare qualche esperimento di impollinazione incrociata con una specie forse più affine.
Mi riprometto inoltre di acquistare una miniatura di phalaenopsis e di provare ancora qualche incrocio. In rete ho visto che è teroricamente possibile.
Sempre ammesso che questo metodo di conservazione del polline in freezer lo mantenga fertile.
Nessun commento:
Posta un commento