Lo ammetto, un po' ho barato. L'altro giorno, parlando con un'amica guida naturalistica le ho chiesto dov'è che potessi trovare nella nostra zona il cypripedium calceolus, l'orchidea selvatica nostrana dalle forme più esotiche ma ahimè sempre più rara. E' da qualche anno che la cerco durante le mie escursioni ma finora non avevo mai avuto successo.
Non mi aspettavo mi rispondesse con tanta sicurezza e, carta e penna alla mano, in quattro e quattr'otto mi ha disegnato una cartina degna di una caccia al tesoro con uno dei siti più importanti dove questa specie è presente in abbondanza.
Così mi sono avventurato nel parco della Lessinia e percorrendo alcuni sentieri CAI ben segnati, attraverso boschi e prati montani sono arrivato, non senza una certa titubanza, a uno dei due siti che mi era stato indicato.
Così mi sono avventurato nel parco della Lessinia e percorrendo alcuni sentieri CAI ben segnati, attraverso boschi e prati montani sono arrivato, non senza una certa titubanza, a uno dei due siti che mi era stato indicato.
Devo ammettere che ho provato una certa emozione, anche perché il cypripedium calceolus, anche detto scarpetta o pantofola di Venere, vive in grandi e fitte colonie e il colpo d'occhio è davvero notevole. Su un'area di un paio di centinaia di metri quadri, la radura, attraversata dalla strada, è letteralmente ricoperta dalle foglie verde pallido da cui, come tante palline da tennis, spuntano i fiori con il grosso labello giallo e rigonfio. Se si lascia la strada per avvicinarsi a fare qualche foto, bisogna stare davvero molto attenti a non calpestarle.
Il cypripedium è una specie davvero singolare. Ha un sistema di impollinazione molto sofisticato. Il fiore è privo di nettare anche se emana un quasi impercettbile aroma. Una volta che un insetto cade nel labello, deve sudare sette camicie per uscirne attraverso uno stretto passaggio obbligato attraversando il quale raccoglie le sacche polliniche che depositerà nel pistillo di un altro fiore se mai andrà a finirvi nuovamente.
Anche la propagazione da seme è piuttosto complessa. Chi si cimenta con la germinazione asimbiotica sa che il seme da bacello completamente maturo si ricopre di un tegumento che gli impedisce di entrare in contatto con il substrato nutritivo a meno di non essere preventivamente trattato. Ha poi bisogno di un periodo al buio e di uno al freddo per proseguire con la crescita.
Anche in natura pare che sia piuttosto difficile che riesca a riprodursi da seme, per cui in realtà queste grandi colonie sono per lo più il frutto della propagazione da rizoma con cui questa specie si assicura una più facile propagazione. (Per maggiori informazioni: http://www.lidaforsgarden.com/Orchids/cypripedium_eng.htm)
Non pubblico ovviamente qui le indicazioni per raggiungere il sito, ma chi sia interessato può scrivermi privatamente. Tra l'altro, lungo il percorso c'è un'abbondanza notevole di orchidee spontanee di numerosissime altre specie: Dactylorhize maculate più numerose delle margherite di campo, Cephalanthera longifolia, Lystera Ovata da cercare con attenzione perché si confondono nel verde, qua e là qualche Platanthera Chlorantha, numerose Neottie Nidus-Avis che fanno sempre una certa impressione.
Nessun commento:
Posta un commento