domenica 27 maggio 2012

Variabilità genetica

Che dire, l'immagine parla da se'.
Le tre phalaenopsis sopra sono state seminate tutte più o meno nelle stesso periodo, in un arco temporale di non più di 3 mesi.
I substrati di coltivazione sono stati più o meno gli stessi (per lo più phytamax e Murashige e Skoog), con minime variazioni su concentrazione e consistenza così come pure ripicchiettaggi e medium post-sfiascamento.
La formidabile variabilità genetica degli incroci (di cui ahimè non ho tenuto traccia), anche in rapporto alle condizioni di coltivazione cui ciascun ibrido meglio si adatta, deve aver fatto il resto. La phalaenopsis a destra è quella più vigorosa tra tutte quelle della prima serie di esperimenti, non ha fatto altro che emettere foglie nuove, sempre più grandi, a getto continuo e radici senza alcuna soluzione di continuità tra stagioni, e senza perderne praticamente nessuna delle vecchie.
Le altre due rappresentano una buona media di quelli che sono gli stati di crescita delle varie piantine sfiascate.

giovedì 24 maggio 2012

La semina era stata fatta "solo" 8 mesi fa.
Il substrato è un phytamax classico, tenuto molto morbido. In alcuni avevo aggiunto anche dell'acqua di cocco mi pare di ricordare anche se è passato davvero molto tempo.
Di vasi ne erano stati preparati parecchi, forse una decina, i semi erano abbondantissimi.
Non c'è molta letteratura on-line sulla semina del cymbidium, soprattutto di questa particolare varietà. Quel che c'è conferma effettivamente i tempi molti lunghi di maturazione delle capsule (tra le più lunghe nel mondo delle orchidee) e di germinazione. Da qualche parte avevo anche letto della necessità di tenere i contenitori inoculati al buio per un certo periodo, cosa che effettivamente ho fatto ma non so sei ciò sia stato o meno determinante, anzi, potrebbe paradossalmente aver allungato i tempi. Ed effettivamente, qualche mese dopo la semina, timidi accenni d rigonfiamento dei semi, poi comunque "bruciatisi", c'erano stati.
Adesso pare che dei protocormi si stiano formando, solo in due contenitori in verità, e con la solita esasperante lentezza. Il tasso di germinazione è stato comunque bassissimo.
Le fiasche sono state posizionate ora in posizione sud-ovest con vetro "schermato" per evitare l'insolazione diretta.
Da qualche altra parte ho letto che questa specie, prima di dare vita a foglie, passa un certo periodo a formare una specie di rizoma a partire dal protocormo. Il tutto, ne sono certo, avverrà con graaande calma.

mercoledì 23 maggio 2012

ORCHIBO

Era già qualche anno che provavo ad andarci ma essendo maggio normalmente un mese un po' impegnativo non ero mai riuscito a trovare il tempo.
Quest'anno invece, con il fine settimana libero, e nonostante il terremoto, ho fatto una bella gita a Bologna per ORCHIBO, mostra mercato di orchidee organizzata dall'Associazione Emilia Romagna Amici Delle Orchidee: AERADO.
La mostra si tiene in una maestosa e decadente villa in stile palladiano circondata da un parco altrettanto maestoso e altrettanto decadente.
Gli espositori sono allineati lungo il pronao della facciata e delle ali dell'edificio.
Rispetto alle aspettative gli espositori sono pochini ma ci sono comunque cose interessanti. Ci sono anche alcuni espositori esteri il che da' anche quel tocco internazionale che non guasta.
Deludono un po' le molte varietà strettamente commerciali di phalaenopsis, cymbidium, vanda, dendrobium, ecc, che si trovano comunemente nei garden center.
C'è comunque una bella selezione di miniature particolari montate su corteccia e sughero, varie phalaenopsi botaniche, numerose terricole.
Poche le neofinetie e nessuna sedirea che cercavo per effettuare alcuni incroci con la mia in piena fioritura in questi giorni. Molti in verità gli incroci di neofinetia tipo neostilis con belle fioriture che mi hanno molto tentato.
Sempre affascinanti i cypripedium in fiore.
In una sala sul retro della villa era invece allestita l'esposizione non commerciale. Tutte le specie, messe su materiale di riciclo come vecchie bici, frigoriferi, ecc, erano davvero impressionanti per dimensioni e fioriture. Sempre belli anche i bonsai in mostra lì affianco.
Addentrandosi nel parco si arriva anche alla piccola serra dell'associazione, dove i simpatici addetti dispensavano consigli e rinvasavano gratuitamente le piante di chi le aveva portate.
Anche qua il solito stile "bolognese" un po' decadente ma amichevole.
In generale le piante in mostra, sia quelle in serra, mi sono sembrate un po' sofferenti. Molte le foglie pallidi, qualcuna chiazzata (non vorrei mai mettere in collezione una pianta con infezioni virali). Soprattutto molte le piante con incrostazioni calcaree e saline probabilmente dovute ai fertilizzanti. Altra cosa che colpisce sono i prezzi non proprio economici.
Comunque alla fine me ne sono andato con una bletilla striata varietà alba, un flacone di biostimolatore a base di aminoacidi e una fiasca con tre piantine di phalaenopsis incrocio di una "red ink" e una "fasciata". Altra delusione l'unico banchetto di fiasche di piantine su agar che pensavo invece fossero più numerosi.