sabato 4 agosto 2012

Ecosistemi e meccanismi simbiotici


Ancora qualche riflessione a seguito di una rinfrescante gita sulle montagne dell'Alto Adige e dopo una passeggiata nei boschi di confiere che ne ricoprono i declivi.
E' un ambiente sempre affascinante, soprattutto dopo un periodo di piogge regolari alternate a lunghe schiarite che favoriscono il rigoglioso sviluppo della vegetazione.
Sono tante e così interrelate fra loro le diverse forme di vita, che paiono quasi singoli organi di un unico essere vivente.
Le foglie, i rami, i tronchi degli alberi caduti, vanno a formare uno spesso e soffice strato che, attaccato da batteri, muffe, funghi, si decompone rilasciando elementi nutritivi su cui si sviluppano le felci, i muschi, i licheni, gli arbusti che compongono il sottobosco e gli stessi alberi che compongono la foresta.


Dopo le abbondanti piogge i funghi spuntano appunto come funghi. Tra di essi anche qualche raro porcino. Leggendo qua e là scopro che molti funghi, così come i tartufi, instaurano un rapporto simbiontico con gli alberi della foresta di tipo micorrizico, proprio come accade per le orchidee.
Quello che comunemente chiamiamo fungo, è in realtà solo il frutto di un organismo che si sviluppa nel terreno come reticolo di sottilissimi filamenti: il micelio. Il micelio non è in grado di provvedere da solo al proprio sostentamento, non possedendo clorofilla e non potendo quindi effettuare fotosintesi. Per vivere si deve appoggiare a una pianta che invece grazie alle foglie verdi è in grado di sintetizzare i composti nutritivi che le servono. Il fungo colonizza le radici della pianta, assorbendo da essa una parte delle sostanza nutritive che gli servono per completare il proprio ciclo vitale. In cambio però il fungo fornisce alla pianta alcune sostanze minerali, ne migliora l'assorbimento idrico e la protegge dall'attacco di parassiti e agenti patogeni. Le piante micorrizate sono normalmente più forti e hanno un miglior sviluppo rispetto a quelle che vivono senza questo complesso rapporto.
Pare che anche alcune orchidee nate in natura mantengano anche dopo la fase di germinazione il rapporto con il fungo simbionte, risultando più sane e forti.
Questo blog non ha ovviamente alcun valore scientifico in quando nasce dal più puro hobbismo, ma alcune riflessioni sorgono spontanee. Ho letto da qualche parte che le orchidee sono una specie botanica evolutivamente recente. Può venire da pensare che il sistema simbiotico di germinazione delle orchidee derivi evolutivamente dal sistema vegetativo micorrizico che dalle radici si è poi esteso al seme.


Ad ogni modo, passeggiando per il bosco mi è venuto in mente un esperimento. Lungi da me l'idea di prelevare un esemplare selvatico, cosa che per altro è proibita per legge, ho però prelevato dal luogo dove cresceva un folto cespuglio di dactylorhize alcuni campioni di terriccio comprendenti una pigna mezza marcia, alcuni legnetti altrettanto disfatti e delle foglie ormai quasi completamente trasformate in humus.
Tornato nell'afosa pianura ho quindi mescolato i campioni di terreno del bosco con un mix di terriccio, cartone e foglie secche e sto provvedendo a mantenere il tutto abbastanza umido. L'idea di fondo è che i funghi simbionti della dactilorhyza presenti nel luogo dove così tanti semi di questa orchidea selvatica erano germinati, siano presenti nei campioni di terriccio di bosco prelevati e che, mischiati al materiale organico del vaso casalingo, possano riprodursi e colonizzare il substrato permettendo poi la germinazione di qualche altra orchidea terricola come bletilla, ecc.

venerdì 3 agosto 2012

Una gita in montagna

Finalmente, dopo un anno di duro lavoro, un po' di vacanza, soprattutto dall'aria pesante e dal caldo opprimente della pianura.
Lago di Braies, tra le dolomiti, uno dei più incantevoli paesaggi alpini. Lo sguardo si allunga fino alle cime delle montagne, alle foreste di conifere che ricoprono sontuose i declivi.
Poi però, dopo tanto guardare lontano, non si può fare a meno di scorrere l'occhio anche nel sempre interessante umido e muscoso sottobosco.


Eccola qua, non ci vuole molto a trovarla. Anche se siamo già a fine luglio, oltre ad alcune piante con soli frutti, ce n'è anche qualcuna in piena fioritura. Una meravigliosa epipactis che se ne sta solitaria nella pietraia che digrada al lago.
Nei prossimi giorni aggiorneremo qualche altro incontro nel bosco, oltre a un esperimento che inizia proprio adesso.