martedì 23 febbraio 2010

Trapianto di Emergenza

Stamane apprestandomi a un ultimo, disperato tentativo di semina di bletilla striata, mentre spostavo un po' di vasetti dalla cappa sterile che quando non è in uso adopero come serra, ho notato dei puntini rosa in uno dei contenitori da analisi che, riempiti di substrato gealatinizzato, avevo provato a usare per il ripichiettaggio. Il colore era molto bello a vedersi (lo si nota al centro, come macchioline e sulla destra lungo una radice), ma in realtà sapevo benissimo che si trattava di una contaminazione fungina che richiedeva un immediato trapianto. Ho così aperto il vasetto e compiuto ancora una volta tutte le operazioni: lavaggio dai residui di agar con acqua tiepida e pennello, bagno in soluzione di previcur e impianto su sfagno umido. Lo sfagno è stato collocato ancora nel vasetto da analisi che però ho lavato in abbondante candeggina. Sul fondo ho posto uno strato di carbone attivo e sopra un bel po' di sfagno su cui ho adagiato le piantine. Questo giro provo a non preoccuparmi troppo dell'aerazione e chiudo con il tappo a vite posizionando di nuovo il vasetto nella scatola "foto-termica".
Le piantine sembrano in gran forma in realtà, speriamo che la contaminazione non le abbia invece già compromesse. Hanno sviluppato delle radici fenomenali, caratteristica genetica che hanno preso dalla pianta madre, la Phalaenopsis 1. Questa era la capsula 3, una di quelle che ha dato i risultati migliori, ma che non ricordo con che cosa era stata incrociata.

domenica 21 febbraio 2010

Primi trapianti

Ieri giornata lunga e difficile. Così alla sera decido di dedicarmi a un po' di sana pratica zen e trapianto 5 vasetti delle phalaenopsis seminate l'estate scorsa. C'era un po' di tutto, una fiasca non era mai nemmeno stata ripicchiettata, una era stata ripicchiettata un paio di volte, qualche piantina era già cresciutella qualche altra poco più che un protocormo. Le ho trapiantate tutte.
Per rendere complicate, e molto zen, le cose, ho deciso di tenerle separate per capsula. Ho così preparato un bicchierino di plastica per ciascuna fiasca, riempito con acqua tiepida e ho sistemate dentro le plantule di phalaenopsis. Su ciascun bicchierino, con un pennarello indelebile ho poi scritto le caratteristiche della semina così come erano riportate sulle fiasche. Con un pennello da pittore in morbido pelo di bue ho poi rimosso tutti i rimasugli di gel nutritivo. Aiutandomi con una spatola ho separato quelle piantine che si erano avvinghiate le une alle altre. Ripulito il tutto le ho poi immerse in una soluzione di previcur, fitofarmaco che dovrebbe prevenire marciumi e muffe.
Nel frattempo ho preparato degli altri bicchierini nei quali, sulla metà inferiore ho inciso tutta una serie di feritoie parallele per favorire il drenaggio e l'aerazione. Ho quindi riempito i bicchierini di sfagno e, sempre con l'aiuto della spatolino, gli ho sistemato dentro le piantine di phalaenopsis, stando attento che le radici fossero ben coperte. Lo sfagno era già abbastanza umido così non l'ho ulteriormente bagnato. Ho coperto i bicchierini così preparati con del cellophane e li ho sistemati nella serra. L'umidità, tenuta sotto controllo con l'igrometro, è tra l'85 e il 90%, con l'aumento di materiale umido all'interno si è molto innalzata rispetto ai giorni scorsi . C'è molta tendenza a fare condensa così tendo ad attivare la ventola da pc con maggior frequenza.
A distanza di 24 ore dal trapianto le piantine sembrerebbero essere in buona forma. E' forse ancora presto per dirlo. Vedremo nei prossimi giorni.

giovedì 18 febbraio 2010

Consolazione

Nessuna delle semine fatte negli scorsi mesi sta dando segni di vita, su nessuno dei substrati. Delle uniche due fiasche di bletilla che mostrano qualche flebile segnale, una è stata all'improvvisa aggredita da una muffa bianca che nel giro di 24 ore ha ricoperto tutta la superfice del substrato.
Insomma, non è proprio uno dei periodi migliori per le semine.
Alla ricerca di un po' di consolazione, e compensazione, pubblico una foto di una delle semine migliori. Viene dalla terza capsula della phalaenopsis 1, quella che finora ha mostrato più forza e vigore nella crescita. E' stata trapiantata su un replete medium dell'Orchid Seed Bank che forse ha aiutato anche se buona parte del successo penso sia proprio dovuto alla genetica. Le radici in particolare si sono allungate molto, alcune affondando nel substrato non troppo duro e sollevando il corpo stesso della pianta. In un altro vasetto di phalaenopsis 1 capsula 3 le radici sono cresciute in aria allargandosi a dismisura. Fanno una certa impressione a vedersi.
Con la buona stagione penso che deflaskerò.
Nell'attesa di qualche germinazione....

mercoledì 17 febbraio 2010

Igrometro

Ecco uno degli acquisti fatti nell'ultimo viaggio in Giappone. Un igrometro. Ha anche il termometro. E' il quadrante più in basso. Tutto rigorosamente Made in Japan. E' andato a fare compagnia ai vasetti aperti e alle vaschette con lo sfagno dove sono state trapiantate le prime piantine di phalaenopsis tolte dal substrato nutritivo per le quali, adesso, è importante tenere monitorato il tasso di umidità all'interno del box di plastica in cui si trovano assieme alla luce da acquario.
Lo volevo con lancetta in quanto, oltre ad avere una passione per l'old fashioned, dato che dovrà stare in ambiente tendenzialmente molto umido, temevo che i circuiti di un igrometro digitale potessero alla lunga soffrirne. Sì, lo so, ci sono quelli con la sonda esterna, ma non volevo spendere eccessivamente. Questo è costato nemmeno 10 euro, ed è tra l'altro di un'azienda tradizionalmente specializzata in strumentazione di bordo per navi.
Al momento, nel box c'è un'umidità di circa 70/80 %, che dovrebbe andare bene per i giovani virgulti, assieme a una temperatura attorno ai 27/28 gradi, garantita dal calore del tubo fluorescente che illumina il tutto. Ciò ovviamente tende a fare un po' di condensa per cui ho anche sistemato una ventola da computer che accendo di tanto in tanto quando la condensa si fa eccessiva così da evitare, si spera, muffe e marciumi.