mercoledì 2 giugno 2010

Fiasca Vs Trapianto

Non ci sono grandi novità ultimamente. Nessun trapianto di rilievo, nessuna muffa nuova. I semi delle semine autunnali non danno segni di vita, le fiasche di cornu cervi che parevano essere sul punto di germinare sono estenuantemente ferme. Solo le piante vere, bletilla, neofinetie e sedirea crescono bene. Chissà se non arrivi anche la fioritura per qualcuna.
Vorrei dare il via ad alcuni trapianti ma un po' di osservazioni in questo momento di stasi mi spingono ad aspettare. Le considerazioni sono relative al fatto che le plantule sfiascate hanno una crescita terribilmente lenta e rachitica come si può notare in questa foto qua sotto.

Mi sembra inoltre di aver notato che le piante appena sfiascate hanno come uno shock per cui arrestano per un po' la crescita. In particolare sembrerebbe che le radici sviluppate nel substrato a base di agar non siano adatte ai substrati di coltivazione successiva, siano essi sfagno, corteccia o mix dei due materiali. I decessi post travaso sono in verità pochi, nella maggior parte dei casi non utilizzo nemmeno il previcur, ma anche quelle piante che sembrano passarsela bene, mantenendo turgore e lucentezza delle foglie, hanno un deciso arresto nella crescita una volta tirate fuori dalle fiasche. Le radici in particolare fermano l'accrescimento, lo si capisce perché perdono la punta chiara che hanno di solito quando sono in piena crescita e diventano di un colore uniforme grigio argento. Alcune finiscono anche per seccarsi o marcire pur senza necessariamente intaccare la pianta. Quelle più delicate sono di solito ricoperte di peluria, simili a nettatubi, che si sviluppano normalmente fuori dall'agar e che probabilmente sono deputate all'assorbimento dell'umidità dell'aria. Evidentemente, per quanto mi sforzi per mantenere agar umido e U.R. oltre il 70%, l'ambiente del dopo trapianto è comunque troppo diverso da quello in cui le piccole phalaenopsis sono cresciute fino a quel momento.
Il deperimento delle radici dura per un mesetto circa e poi la pianta, che non di rado rimane un solo fascetto di foglie, emette nuove radici, che rapidamente affondano nel substrato e allora le vecchie foglie ricominciano a crescere e anzi ne spuntano di nuove.
Le più delicate, e lente nella ripresa, sono ovviamente quelle più piccole. Ecco perché penso che aspetterò che le piante all'interno dei barattoli siano più grandi possibili prima di trapiantare. La tentazione di trapiantare fiasche come quella della prima foto sopra sono forti, anche perché il vetro del vasetto incomincia ad andare stretto, ma dato che le piante continuano a crescere e a emettere nuove foglie, penso che aspetterò un'altro po'. La pianta dovrebbe così avere un maggior quantitativo di scorte energetiche per superare al meglio e il più velocemente possibile lo stress del trapianto. In più la grande traspirazione che hanno le foglie più grandi, questi vasetti fanno sempre una notevole condensa interna, dovrebbe aiutare a mantenere un buon microclima quando le piccole phalaenopsis venissero trapiantate insieme.

2 commenti:

  1. Ciao, vorrei chiederti una informazione, come fai o dove lo trovi il carbone attivo macinato così fine?
    ...ho provato a triturarlo finemente ma con pessimi risultati!
    fammi sapere

    Carlo

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  2. ciao. uso un macinino da caffé elettrico.

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