mercoledì 7 ottobre 2009

Isteria

Adesso che le mani hanno smesso di tremarmi posso scrivere sulla tastiera. Sono state 36 ore di'inferno. Tutto ciò che poteva succedere è successo. Alla fine, di un migliaio di semi dell'appena giunta bletilla striata, ne sono riuscito a seminare 5, forse 8 in tre fiasche. E non è nemmeno detto che siano fertili. Ecco che la rabbia ricomincia a farmi tremare le mani. No, devo stare calmo.
Insomma, sti c...o di semi di bletilla non ne vogliono sapere di stare in ammollo. Continuano a galleggiarsene belli belli sulla superficie dell'acqua zuccherata. Anche dentro la siringa si ammassano. Peggio. Nella siringa in plastica si attaccano alla parete come se fossero incollati. Lo stantuffo li ammassa ancora di più. Così non ci sarà verso di farli uscire. Idea. Ci metto una goccia di detersivo per piatti. Spezza la tensione superficiale e magari mi rimuove anche il rivestimento ceroso (presunto) dei semi. Mentre cerco di aprire la siringa con dentro i semi, lo stantuffo si blocca, forzo, forzo troppo e la siringa si apre in modo inconsulto versando il suo contenuto, acqua zuccherata e semi di bletilla su tutto il tavolo. Orrore. Che faccio. Li rimetto nella siringa. Aspiro pian piano l'acqua mista semi dal tavolo con la siringa e li verso in un bicchiere. I semi iniziano a diminuire. Ne saranno andati persi a centinaia per la cucina. Fortuna che non sono radioattivi. Cerco di rimetterli nella siringa. Ma intanto la goccia di detersivo incomincia a fare schiuma. Tanta schiuma. E mi domando come sia possible che una piccola, piccolissima goccia di detersivo per i piatti faccia così tanta schiuma. Travaso il tutto aggiungendo acqua distillata per diluire il detersivo. Travaso, travaso. Alla fine dopo mezz'ora di travasi ho tre bicchieri pieni di schiuma, semi, acqua sempre meno zuccherata. Sempre meno semi restano nel bicchiere in cui li vado radunando. Alla fine ritengo che non ci sia più detersivo. Sul fondo della tazza saranno rimasti una trentina di semi. Via, non è poi malaccio. Così radi nella fiasca non ci sarà bisogno di ripicchiettaggio. Vuoto i bicchieri con l'acqua saponata. Faccio per prendere la tazza con dentro i semi ma dentro non è rimasto nemmeno un seme. Ma manco uno. Magia? Non lo so, ancora non me ne capacito. E anzi è meglio se smetto di pensare a come possano essersi smaterializzati perché la cosa un po' mi intimorisce un po' mi fa tremare le mani di rabbia. Sono senza semi. Che fare. Guardo sul tavolo e vedo che ci sono delle gocce avanzate dal primo incidente in cui sono rimasti un po' di semi. Con la siringa cerco di aspirarne. Mi sento come i tossici che leccano le rane velenose. Riesco a recuperane qualcuno.
Li rimetto in acqua e zucchero, ma adesso uso la siringa in vetro. Un residuato bellico che però fa il suo dovere perché i semi non si attaccano alle pareti. Oramai è mezzanotte, tempo di andare a letto. Appoggio il bicchiere con dentro dei semi che non ho voglia di aspirare con il solito lavoro certosino e sopra appoggio la siringa, orizzontale perché i semi non ne vogliono sapere di stare immersi e così almeno sono completamente a contatto con l'acqua. Mi assicuro che la siringa sia stabile. La guardo. E' perfettamente ferma. Mi giro per andarmi a lavare i denti e immediatamente un rumore secco e sinistro mi annuncia che la siringa è caduta a terra andando in frantumi con tutto il suo contenuto. La stessa forza che ha fatto sparire i semi ha spinto la siringa giù dal bicchiere, ok va bene, io sono anche mona che l'ho appoggiata sul bicchiere. Ad ogni modo, ora mi trovo con il pavimento pieno di vetri accuminati, acqua zuccherata e semi di bletilla striata. Cerco di contenere la crisi isterica che mi sta assalendo e mi metto a raccogliere i vetri. Mi taglio anche un dito. Con un panno asciugo il pavimento che sento diventare appiccicoso. Per un attimo penso di sciacquare il panno usato e recuperare qualche altro seme. Poi desisto. Guardo nel bicchiere. Qua e là dei puntini ondeggianti mi rassicurano sul fatto che qualche seme è rimasto.
Decido di andare a dormire anche se so che non sarà facile addormentarsi. Il nervoso mi scuote.
Dormo male, un sonno agitato da sogni strani. Vedo la mia ragazza completamente ricoperta di tatuaggi dai colori sgargianti come un capo yakuza. Di fronte al mio stupore, mi guarda con sufficienza chiedendomi "che c'è".
Mi sveglio con la bocca impastata e il torcicollo che sono le 6.30 di mattina. Ho un solo pensiero in testa. Bevo un caffé in fretta e preparo la cappa sterile. Non posso usare la siringa in plastica e la siringa in vetri è andata in frantumi, così riciclo una pipetta in vetro di un flacone di soluzione di iodio. Beccare quei pochi semi rimasti da dentro la cappa sterile è un'impresa, per lo più vado a intuito sperando che qualcosa dentro le fiasche effettivamente ci finisca.
Metto le fiasche nella piccola serra ma non sono soddisfatto.
Passo il resto della giornata scosso dall'inquietudine.
Devo fare qualcosa.
Devo riprendere i semi di bletilla ma il nervoso è tanto e così oltre che dal mio dealer ne acquisto di un'altra varietà da un negozio on line inglese. Poi, compulsivo, ordino in Thailandia dei semi di Cattleya. Ma non basta, e preso dal raptus mi getto su un lotto di semi di dendrobium draconis e uno di phalenopsis cornu - cervi.
Adesso va un po' meglio. Speriamo arrivino presto.

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